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Mi chiamo Valeria e voglio raccontarvi perché sono diventata una fan sfegatata delle Mappe Mentali di Tony Buzan.
La curiosità è il motore che spinge molte delle mie azioni quotidiane, e anche questa volta ha fatto la sua parte. Tre anni fa, immersa nella forzata immobilità in cui quello strano 2020 ci ha costretti, e con un senso di frustrazione sopra ogni limite decido che, se non posso cambiare il mondo con lo schioccare delle dita, almeno mi posso concedere di dare libero sfogo alla curiosità.
Continuavo a pensare a un modo efficace per organizzare moltissimi appunti che stavo scrivendo in merito a un progetto, fino a quando il mio cervello (eh già, il cervello umano: questo fantastico unico impareggiabile elaboratore di informazioni) fa riaffiorare un remoto ricordo di qualche mese prima in cui la mia amica Manuela mi aveva parlato di queste mappe mentali: adoro quando io e Manuela ci raccontiamo le circostanze che più ci hanno colpito, la nostra amicizia si è rafforzata a mano a mano che le chiacchiere sono diventate condivisioni di esperienze. Così Manuela mi racconta di Giulia che, con passione e generosità, le aveva insegnato il Mind Mapping fornendole uno strumento molto utile per dare una struttura alla creatività e ricavarne tante belle soddisfazioni.
Così, di getto, cerco, trovo, mi iscrivo: terza edizione del percorso Smart Mappe Mentali di Giulia Comba TheMindMappingLady, novembre 2020.
Alla quarta lezione produco la mappa che vedete qui sotto e che vorrei guidarvi a leggere scoprendo perché dico che le mappe aprono la porta della multidimensionalità.
Vi chiedo solo di osservare bene i rami della mappa (sia i principali cinque che tutti quelli secondari) che hanno parole e colori specifici.
La curiosità mi elargisce l’intuizione di avvicinarmi alle mappe e subito vengo catturata dalla bellezza del metodo che è fondato sulle scienze psicologiche e neurologiche. La visione d’insieme appare subito chiara: le mappe mentali sono uno straordinario metodo per appagare la parte creativa e quella logica del nostro cervello. 1^ dimensione: fuori di me, oltre me, guardo oltre a tutto quello che sono abituata a guardare e mi meraviglio.
Alla fine della prima lezione la mia emotività è pervasa dall’entusiasmo: le mappe fanno scorrere la mia espressione in modo pieno e coinvolgente e il gruppo dei colleghi corsisti lascia prevedere un bel po’ di relazioni arricchenti. Nei giorni a seguire, mano a mano che faccio esercizio creando mappe per qualsiasi uso, acquisisco fiducia e non solo nel metodo: mi sento più sicura di me perché riesco ad avere sott’occhio più aspetti del tema, ricevo i complimenti da chiunque altro veda le mie mappe, insomma mi sento in stato di grazia e in sintonia con l’interno cosmo!
2^ dimensione: le emozioni fluiscono in un rincorrersi di dentro e fuori di me, in modo libero e naturale, percepisco la vita come un’insieme di vibrazioni che vanno e vengono.
Ma il percorso non è solo divertimento ed esaltazione: le mappe mentali hanno regole precise che formano il metodo e che è essenziale fare proprie per sfruttare appieno il loro potenziale. Così questa fase di studio rivela dapprima quanto rigore sia necessario per mantenere l’ordine nella composizione di una mappa, ma allo stesso tempo lascia correre liberamente la creatività: un equilibrio magico e seducente che consente alla mia comunicazione di essere assertiva e democratica allo stesso tempo, in modo fluido e semplice come non lo era mai stata.
3^ dimensione: mi sento centrata e produttiva, l’emozione cede il passo alla razionalità e insieme si alternano guidandomi verso la massima resa.
Ed è proprio questa la scoperta più bella! L’energia che ne scaturisce mi fa percepire un senso di rara libertà: fuori da costrizioni quali righe e quadretti, nero e bianco, riesco a uscire dal vicolo cieco della conformazione e mi tuffo dentro a connessioni, ispirazioni, soluzioni! Riesco a sentire la vita vibrare dentro ai rami delle mie mappe! La consapevolezza di queste sensazioni mi conduce in un viaggio di introspezione di cui sono grata perché ne avverto l’opportunità di crescita.
Come nell’alternarsi naturale delle maree, l’onda della meraviglia si ritira e mi fa approdare a un porto ben più razionale: l’utilità delle mappe che da oggi mi consentirà di lavorare meglio e di dare finalmente inizio al mio progetto.
4^ dimensione: arrivo su un nuovo pianeta in cui l’emancipazione non ha limiti.
Poso il pennarello giallo e rimango così, in ascolto ad assaporare tutta la soddisfazione che sgorga dalla punta del pennarello verde: una sensazione benefica generata dall’apprezzamento di chi intorno a me mi vede radiosa quando “mappo”. Forse si può azzardare a chiamarla felicità, anche se inafferrabile? Una cosa è certa: questa è la giusta motivazione che mi spinge a fare sempre meglio e a diffondere il verbo delle mappe a più quante persone possibile!
5^ dimensione: hai presente l’espressione “essere nel flow”? Concentrazione, motivazione, gratificazione, tutto in un unico momento di profonda consapevolezza.
Ecco cosa è per me la multidimensionalità delle mappe:
- possibilità di esprimermi utilizzando parallelamente ragione, istinto ed emozione
- materializzazione di idee per miei scopi personali oppure da condividere con altri
- stimoli che ricevo da chi è così gentile da darmi il suo riscontro
Non so voi, ma io in questo ci vedo un moto perpetuo che assomiglia all’insieme dei neuroni del cervello, come una specie di rete neurale naturale indotta, oppure all’attrazione tra neutroni, protoni ed elettroni dentro ad atomi e molecole!
Legami in continuo divenire suscettibili a diverse variabili (tempo, spazio, traiettorie…). Qualcosa che, attraverso pancia, cervello e cuore, attiene simultaneamente alla natura animale, umana e divina in ugual misura.
Guardo tutto questo dall’alto con consapevole soddisfazione e vorrei che chiunque potesse provare questa sensazione.
E mappo ancora come se non ci fosse un domani…
[Valeria Casati – Contattami su FB]